Associazione

“L’arte non è l’inutile creazione di cose che svaniscono nel vuoto, ma è una forza che ha un fine, e deve servire allo sviluppo e all’affinamento dell’anima. E’ un linguaggio che parla all’anima con parole proprie, di cose che per l’anima sono il pane quotidiano, e che solo così può ricevere. Se l’arte si sottrae a questo compito rimane un vuoto, perché nessun’altra forza può sostituirla. In tutte le epoche, quando l’anima ha più vita, l’arte è più viva, perché l’anima e l’arte si influenzano e si arricchiscono a vicenda. In queste epoche silenziose e cieche gli uomini danno importanza solo al successo esteriore, si preoccupano unicamente dei beni materiali, e salutano come una grande impresa il progresso tecnico, che giova e può giovare solo al corpo. Le energie spirituali vengono sottovalutate, se non ignorate. I pochi che hanno ideali e senso critico sono scherniti o considerati anormali. Le rare anime che non sanno restare avvolte nel sonno e sentono un oscuro desiderio di spiritualità, di conoscenza e di progresso, infondono una nota di tristezza e di rimpianto nel grossolano coro materiale. La notte diventa sempre più fitta.”
(Wassily Kandinsky, Lo spirituale nell’arte, libro di sala Trieste Prima 1996)

Cenni Storici

L’Associazione Chromas si è costituita a Trieste nel maggio del 1987 con il preciso intento di rivitalizzare il panorama musicale cittadino nel campo della musica contemporanea. Prese il nome da un lavoro di arte computerizzata dal titolo Chromas, realizzato negli Stati Uniti da Edward Zajec sulla musica di Giampaolo Coral. Dai primi anni Settanta, con la cessazione dell’attività di Arte Viva, espressione della cultura d’avanguardia degli anni sessanta, le manifestazioni di musica nuova, a Trieste, erano limitate a rari eventi e ai margini di programmazioni stereotipe e prive di contesto.

Nel 1987 tanti dogmatismi nella nuova musica stavano crollando o si erano già dissolti dando spazio alle più diversificate forme estetiche. Il blocco ideologico che sosteneva le correnti dello Strutturalismo e dell’arte impegnata, molto presente almeno sino agli anni Settanta, via via si era sgretolato al suo interno, di pari passo al venir meno, in senso lato, delle ideologie stesse, lasciando spazio ad alternative estetiche estremamente generiche e dubbie. In precedenza ci fu una Biennale di Venezia in cui si consacrò ufficialmente la fine della ricerca e dello sperimentalismo, affidata a movimenti estetici artisticamente deboli, ma ben relazionati con il potere politico e con il mercato degli interessi editoriali.

L’associazione Chromas è nata idealmente in contrapposizione a questa situazione “istituzionalizzata” che, di fatto, emarginava chiunque non fosse in linea (vedi il caso di Giacinto Scelsi). Non si trattava di trovare soluzioni mediane tra lo Sperimentalismo e lo pseudo-romanticismo (italiano), ma di riconsiderare metodologie compositive e linee estetiche con presupposti diversi, dando spazio a compositori giovani, e in particolare a quelli dell’Est europeo, spesso estranei ai meccanismi ideologici e del mercato.

Il primo passo fu quello di applicare un noto insegnamento di Bruno Maderna, secondo il quale una buona esecuzione, per un compositore, è molto più utile di un qualsiasi maestro: offrire quindi commissioni ai giovani compositori e dare loro la possibilità di sentire eseguita la propria musica in prima esecuzione assoluta. Da qui il titolo del festival: Trieste Prima – Incontri Internazionali con la Musica Contemporanea. Scorrendo i programmi, oltre all’esecuzione di tutti i compositori triestini operanti, s’incontrano i nomi di maestri di più generazioni, dall’avanguardia storica (Schoenberg, Stravinskij, Bartok, Webern), a quelli affermatisi nel secondo dopoguerra (Boulez, Stockhausen, Xenakis, Donatoni, Berio, Nono, Ligeti, Rihm, Schnittke e tanti altri) sino ai giovani compositori che, nel lontano 1987, erano quasi alle prime armi e oggi sono tra i più qualificati a livello internazionale (Fausto Romitelli, Olga Neuwirth, Ivan Fedele, Georg Friedrich Haas, Pascal Dusapin ecc.).

Per uscire dalla ristretta logica del concerto, in collaborazione con musicologi e compositori, si sono affrontate le più svariate tematiche compositive, associandole, con numerosi incontri e conferenze, al sapere interpretativo. Con il ciclo “I giovani e la musica contemporanea” si è dato ampio spazio a musicisti neo diplomati e, grazie alla collaborazione mai interrotta con la RAI, si è formato un nutrito archivio con la registrazione su nastro dei concerti. La costituzione dell’Ensemble Chromas all’interno dell’Associazione, nel 1991, contribuì ulteriormente alla promozione e alla diffusione della musica dei giovani compositori in particolare dell’area mitteleuropea.